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Controllo italiano, controllo estero. Cosa è meglio? - Implicazioni per lo sviluppo locale

Raffaele Giardino and Giovanni Solinas

Economia & lavoro, 2019, issue 1, 75-114

Abstract: Utilizzando una banca dati costruita ad hoc, l'articolo analizza il ruolo delle multinazionali a controllo estero (MNE) presenti nella manifattura in un'area industriale di particolare interesse: quella racchiusa nel triangolo Bologna, Modena e Reggio Emilia. Ci si sofferma su quattro aspetti. Il primo è il loro peso nell'economia locale (in termini di addetti, fatturato ed export). Si esaminano poi i rapporti con il mercato dei prodotti, i flussi di scambio tra le filiali infragruppo e i rapporti con le altre imprese presenti nel sistema locale. Si propone una tassonomia che fornisce una prima lettura sui fattori che hanno determinato la localizzazione nell'area e sul ruolo della filiale nella catena del valore del gruppo. Questa tassonomia mostra un'evidente eterogeneità tra le imprese entranti. Si procede quindi a esaminare la performance delle MNE (in termini di produttività) con un campione di omologhe imprese domestiche, utilizzando un modello dei minimi quadrati generalizzati (GLS) e costruendo il controfattuale con il metodo del propensity score matching. I risultati suggeriscono che non esistono differenze significative in termini di efficienza tra le imprese domestiche e le imprese a controllo estero. L'esistenza di economie esterne (spillovers) va ricondotta in primo luogo alle connessioni, à la Hirschman, con i sistemi produttivi e i distretti industriali locali e non a una superiorità (presunta) degli asset tecnologici e organizzativi detenuti dalla MNE. Questa interpretazione è rafforzata dal fatto che, in quest'area, pochissimi investimenti esteri diretti (FDI) sono greenfield mentre, viceversa, sono diffusi i fenomeni di cherry picking, ossia le multinazionali entranti acquisiscono imprese inserite nei sistemi produttivi locali e nei distretti industriali che sono già competitive sul piano tecnico e della performance economica. Si esamina infine il comportamento delle MNE e delle imprese domestiche, in un arco di tempo (2008-2015) che include l'intero il ciclo della crisi economica e finanziaria, evidenziando l'emergere di strategie assai diverse. In sede di conclusioni si propone uno schema analitico capace di dare conto dei risultati ottenuti.

Date: 2019
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